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Qual è l’elettrostimolatore adatto per l’atleta infortunato?

Qual è l’elettrostimolatore adatto per l’atleta infortunato?

Quando l’infortunio colpisce, scegliere il giusto elettrostimolatore può fare la differenza nel percorso di recupero. In questo articolo esploreremo gli elementi chiave da considerare per aiutare l’atleta infortunato a fare la scelta del dispositivo ottimale. Scoprite come questa tecnologia può accelerare il vostro ritorno alla forma fisica e rimettervi sulla strada della performance.

A. INTRODUZIONE

Sempre più numerosi sono gli sportivi che hanno integrato l’elettrostimolazione neuromuscolare nella loro preparazione fisica per facilitare il recupero dopo allenamenti intensi o migliorare la performance nelle competizioni.
In caso di infortuni, i più temerari applicano, senza alcuna precauzione e nonostante gli avvertimenti del produttore, sedute di stimolazione spesso inappropriate, a volte addirittura dannose per la guarigione della loro lesione. Altri, più prudenti, preferiscono chiedere consiglio al loro fisioterapista riguardo alla scelta di un programma da utilizzare e alle regole particolari di impiego.
Quest’ultimo può talvolta trovarsi in difficoltà, poiché non sempre conosce bene le differenze esistenti tra i programmi di stimolazione che usa in studio per ripristinare le qualità muscolari dei pazienti e quelli applicati da sportivi sani e allenati per sviluppare qualità muscolari specifiche.

B. PLASTICITÀ MUSCOLARE

La famosa esperienza dell’innervazione incrociata (realizzata sugli animali) illustra perfettamente le straordinarie capacità di adattamento del tessuto muscolare. Così, quando un muscolo lento viene re-innervato da fibre nervose che originariamente innervavano un muscolo veloce, la sua velocità di contrazione aumenta; al contrario, se si re-innerva un muscolo veloce con fibre nervose originariamente di un muscolo lento, il muscolo re-innervato diventa più lento.
L’attivazione neurologica e quindi l’attività o inattività cui è sottoposta la muscolatura determina profonde modificazioni: tipologiche (percentuale di fibre di tipo I e II), meccaniche (forza e velocità di contrazione), biologiche e metaboliche (ri-sintesi di ATP)…
Se le modifiche muscolari benefiche dovute all’esercizio o all’allenamento compaiono lentamente e progressivamente, le modifiche sfavorevoli causate dal disallenamento o peggio dall’inattività si manifestano purtroppo molto più rapidamente. Questo spiega in parte le difficoltà a riprendere l’allenamento dopo anche una pausa relativamente breve.

In caso di traumi o condizioni patologiche che interessano direttamente il muscolo o le strutture dell’apparato locomotore con cui il muscolo interagisce, la perdita delle qualità muscolari può essere estremamente rapida. Dolore, infiammazione e rigidità spesso causano disorganizzazione o inibizione del comando neurologico, fino a una vera e propria "sospensione" muscolare.

È quindi fondamentale considerare che i muscoli dell’atleta infortunato non dispongono più del loro potenziale iniziale e devono essere sollecitati solo con esercizi adeguati alla loro nuova condizione.

C. ELETTROSTIMOLAZIONE A SCOPO RIABILITATIVO

Due programmi base, adattati alle proprietà fisiologiche delle fibre muscolari di tipo I (lente) e di tipo IIb (veloci), sono comunemente utilizzati dai fisioterapisti:

Programma “Recupero atrofia”

La perdita preferenziale delle fibre lente dopo immobilizzazione o riduzione dell’uso è oggi ben documentata. Ciò è dovuto all’ampio utilizzo delle fibre di tipo I, che impieghiamo in media 16 ore al giorno, rispetto alle fibre rapide, usate solo pochi minuti al giorno in sedentari e molto di più negli sportivi.
Il programma “Atrofia muscolare” mira a stimolare al massimo le fibre di tipo I con una frequenza di tetanizzazione di 30-35 Hz e contrazioni di lunga durata (circa 6 secondi), intervallate da periodi di riposo di pari durata.
Un’altra caratteristica è la grande quantità di lavoro imposto al muscolo con circa 75 cicli contrazione-riposo.
L’obiettivo è restaurare la trofia e il volume muscolare.

Programma “Rinforzo post infortunio”

Questo programma ha lo scopo di ripristinare la forza muscolare al livello pre-lesione sia della zona infortunata che degli altri muscoli che potrebbero essersi decondizionati.

Si utilizzano contrazioni tetaniche massimali (60-70 Hz) sulle fibre rapide con contrazioni più brevi e riposi più lunghi rispetto al programma per l’atrofia.
Si usa in prima battuta in assenza di atrofia e quando la forza è compromessa (es. stimolazione precoce dei muscoli peronieri dopo distorsione alla caviglia) o dopo il recupero del volume muscolare con il programma “Atrofia muscolare”.
Un caso particolare è l’atrofia dell’atleta di alto livello, che coinvolge sia fibre di tipo I che IIb. Per loro si consiglia una seduta quotidiana sia di “Atrofia muscolare” sia di “Rinforzo post infortunio”.

D. ELETTROSTIMOLAZIONE COMPLEMENTARE ALLA PREPARAZIONE FISICA

PROGRAMMI DI RECUPERO

Probabilmente i più usati e apprezzati dagli sportivi, i programmi di recupero usano frequenze basse decrescenti in sequenze di 2-3 minuti ciascuna.
I benefici sono: effetto drenante per aumento del flusso sanguigno (9-7 Hz), effetto analgesico tramite incremento di endorfine (6-4 Hz) e rilassamento muscolare per le frequenze più basse (3-1 Hz).
Questi effetti favoriscono il recupero muscolare dopo lo sforzo, ma hanno poco interesse per la riabilitazione, dove è preferibile privilegiare uno dei tre effetti specifici.

COMPLEMENTO ALLA PREPARAZIONE FISICA MUSCOLARE

In aggiunta all’allenamento volontario, l’atleta può usare l’elettrostimolazione per migliorare specificamente le qualità muscolari della propria disciplina, con 4 tipi di programmi che corrispondono alle 4 qualità di base della forma fisica: resistenza, forza, endurance e forza esplosiva.

  • Programmi “Endurance”: migliorano la capacità del muscolo di re-sintetizzare ATP con l’ossigeno (fibre di tipo I, capillarizzazione, mitocondri). Si usano contrazioni lunghe a bassa frequenza (10-18 Hz) con riposi brevi e molte ripetizioni (>200).
  • Programmi “Resistenza”: migliorano la capacità di sostenere sforzi sub-massimali di qualche decina di secondi fino a qualche minuto e la tolleranza all’acido lattico. Si usano contrazioni potenti (50-70 Hz) di lunga durata con brevi riposi parziali.
  • Programmi “Forza”: richiedono alte frequenze (fino a 100 Hz) con contrazioni brevi e riposi lunghi (circa 30 sec) per evitare affaticamento muscolare precoce. Si limitano i cicli a 40 per seduta.
  • Programmi “Forza esplosiva”: frequenze molto elevate (104-120 Hz) per migliorare la velocità di contrazione. Durata delle contrazioni brevissime (3 sec) e riposi lunghi con massimo 30 cicli.

E. CONSIGLI PER LO SPORTIVO

Mai sostituzioni

I programmi di preparazione fisica non devono sostituire quelli riabilitativi, poiché potrebbero sovraccaricare muscoli convalescenti e causare fatica precoce e perdita di efficacia. Il paziente deve sapere di poter riprendere questi programmi solo dopo l’ok al ritorno all’attività sportiva.

Divieto in caso di fragilità lesionale

In alcune patologie muscolo-tendinee (lesione muscolare, rottura tendinea, prelievo plastico), è consigliabile l’astensione totale dall’elettrostimolazione autonoma durante la cicatrizzazione. Il terapista può comunque applicare programmi specifici in studio se utile.

Autorizzazione “a distanza”

L’atleta infortunato può sfruttare il tempo a disposizione per stimolare altre aree, per esempio la parte superiore del corpo durante la riabilitazione per una ricostruzione del legamento crociato anteriore. Il fisioterapista potrà indicare i muscoli da stimolare con programmi adattati alla disciplina e pianificare le sedute.

Uso complementare della riabilitazione

Alcuni atleti hanno dispositivi Compex con programmi di base riabilitativi (“Atrofia muscolare” e “Rinforzo post infortunio”) oltre a quelli di preparazione fisica. Se la riabilitazione non richiede precauzioni particolari, il fisioterapista può consigliare una seconda seduta giornaliera o sedute nei giorni senza terapia, usando gli stessi programmi di studio.

F. CONCLUSIONE

Durante tutto il percorso di recupero, il fisioterapista è l’interlocutore privilegiato per l’atleta infortunato. Sempre più sportivi usano o conoscono l’elettrostimolazione come tecnica complementare alla preparazione fisica o alla riabilitazione, senza però comprendere le differenze significative tra questi due ambiti. Solo con una buona conoscenza tecnica il fisioterapista potrà rispondere alle domande e consigliare saggiamente l’atleta su ciò che può o non deve fare con il proprio stimolatore personale, e in alcuni casi suggerire un modello specifico per integrare in sicurezza il lavoro svolto durante le terapie.

 

Supported by clinical studies proving their efficacy, Compex stimulators belong to the category of Class II medical devices and also meet the requirements of the European Medical Standard 93/42 EEC.

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